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Il Mister con la M maiuscola, Massimo Giacomini, colui che portò l'Udinese a riveder le stelle dopo anni di inferno in Serie C ,riportandola in Serie A con un doppio salto:"L’Udinese per me? Direi che è la vita”.
Così alla Gazzetta:"Ero già capitano, un allenatore in campo negli ultimi anni da calciatore.
Ma ci arrivai gradualmente, facendo la gavetta con Sergio Manente. Iniziai i corsi su suggerimento del giornalista Giorgio Lago che mi disse che Italo Allodi aveva inaugurato i corsi da allenatore.
Partii da osservatore per Franco Dal Cin.
Portai il Treviso in C, e da lì iniziò tutto.
Nell'87 mi chiamo Pozzo ad allenare l'Udinese, facemmo degli errori.
Non mi sono mai arrabbiato per l’esonero, forse pretendevo troppo. Gianpaolo Pozzo è un dirigente di valore, ha navigato bene per 40 anni in un campo minato.
Ha un’incredibile rapidità di pensiero, aspetta sempre che il mare diventi calmo, è una gran dote.
E i conti li sa fare meglio di tutti.
Totò Di Natale è stato il top, nessuno ha fatto quello che ha fatto lui.
Arrivò da Empoli come tornante, è diventato una punta vagante ed è esploso.
Aveva tutto: rapidità, velocità mentale, gran tiro, fiuto del gol, tutto gli veniva naturale.
Sulla cessione dell'Udinese? Credo che il finale difficile del 2024 abbia influito.
Ben vengano i supporti, ma una parte italiana, cioè i Pozzo, ci vuole per la gestione sportiva".
Uno di noi!
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